Credere nei nuovi movimenti religiosi?

Il fatto nuovo di questa fine di millennio non è certo il timore di tipo apocalittico relativo alla fine del mondo ma più semplicemente la diffusione di movimenti e culti religiosi mai affacciatisi in precedenza né in Italia né in Europa.

Come si sa, la paura del nuovo si lega alla difficoltà di riuscire a trattare con ciò che non è abituale e non rientra nei nostri schemi soliti. Di fronte ad una situazione inusitata il nostro bagaglio di esperienze non ci ha ancora abituati a rispondere in modo consono ed efficace. Tutto ciò che non appartiene alla nostra cultura ed alla nostra prospettiva ideologica, culturale e religiosa ci incute un senso di insicurezza, che sfocia in atteggiamenti e comportamenti di rifiuto (se non di aggressione) nei confronti dell’altro, del diverso, dell’estraneo, dello straniero.

Cullati come siamo dalla tranquillità del “pensare come il solito” e dell’agire di conseguenza, tendiamo a respingere qualsiasi ipotesi di epoché, di sospensione del nostro giudizio in attesa di una conoscenza più approfondita. E dunque torna più comodo evitare ogni travaglio ed ogni problematicità, preferendo ricorrere ai luoghi comuni, al sentito dire, ad informazioni sommarie e superficiali. In campo religioso, poi, l’informazione frettolosa e “sparata” – modalità tipica della nostra contemporaneità – appare sin troppo corriva con le nostre attese di fondo e con i pregiudizi più ricorrenti.

Anche un sociologo diligente ed imparziale può lasciarsi andare a sottovalutazioni, momentaneamente gratificanti ma alla lunga fallaci e fuorvianti se non proprio mistificanti. Proprio questo è avvenuto in occasione della comparsa – all’orizzonte dapprima e poi sul nostro stesso territorio – di nuove fenomenologie religiose e parareligiose così numerose e diversificate che qualsiasi tentativo di elencazione e catalogazione rischia di restare partigiano, disomogeneo, comunque ben al di sotto della realtà empiricamente verificabile.

I motivi dell’attuale attenzione rivolta ai nuovi movimenti religiosi (d’ora in poi: NMR) sono assai diversi. Qualcuno è partito da posizioni di avversità totale per poi approdare ad una straordinaria dimestichezza in termini di esperienza ed informazione: è il caso del torinese Massimo Introvigne, fondatore – insieme con l’arcivescovo di Foggia e Bovino, monsignor Giuseppe Casale – del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) di Torino. Qualche altro ha intrapreso lo studio dei NMR creandosi un suo terreno di competenza specifica in campo sociologico: così è per Maria Immacolata Macioti, docente di Istituzioni di Sociologia nonché di Sociologia della Religione nell’Università di Roma “La Sapienza”. Altri ancora si sono mossi e/o sono stati mossi da un’ottica forse pastorale e scientifica al medesimo tempo: a tal proposito può valere l’esempio di don Luigi Berzano, parroco piemontese e docente di Sociologia della Religione nell’Università di Torino.

Va poi segnalato che, oltre il CESNUR, opera un altro organismo con dichiarati intenti difensivi secondo la prospettiva del cattolicesimo; si tratta del Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette (G.R.I.S.), con sede a Bologna, dove viene pubblicata una rivista, Sette e Religioni, trimestrale, che al suo esordio, nel gennaio del 1991, ha presentato un editoriale del cardinale Giacomo Biffi, secondo il quale “il cristiano è oggi stretto come da un duplice assedio: da un alto un laicismo aggressivo che penetra efficacemente nelle strutture costruite dagli uomini e tenta di creare una cultura dell’oblio di Dio; dall’altro le sètte e i movimenti religiosi alternativi che offrono risposte facili e comode a un bisogno di religiosità “usa e getta”, in perfetta sintonia con il consumismo del nostro tempo”.

Non è facile, quindi, in questo proliferare di iniziative di studio e ricerca trovare il giusto equilibrio del distacco scientifico dall’universo studiato e dell’atteggiamento neutrale a livello ideologico. Il che costa fatica e richiede una vigilanza costante. I cedimenti sono possibili. I giudizi di valore, manifesti o latenti, sono sempre in agguato.

Tuttavia occorre riconoscere che a differenza del passato vi è oggi una tendenza più protesa verso la conoscenza scientifica che non verso una lotta di natura religiosa. Basti pensare all’iperproduttività di Massimo Introvigne, certamente fra i massimi esperti a livello mondiale nel campo dei NMR. Non solo egli pubblica in proprio, come autore e curatore di opere, in Italia ed all’estero ma dirige anche una preziosa collana, “Religioni e Movimenti”, edita dalla Elle Di Ci di Leumann (Torino). A tutt’oggi (ottobre 1998) questa serie conta già tredici titoli ed annuncia altri undici testi. Dagli argomenti affrontati si ha una prima lista di nuovi movimenti religiosi (e dei singoli specialisti): Il Tempio Solare (Jean-François Mayer), La Chiesa dell’Unificazione del reverendo Moon (Massimo Introvigne), I Bambini di Dio e The Family (J. Gordon Melton), Damanhur (Luigi Berzano), Scientology (J. Gordon Melton), Soka Gakkai (Karel Dobbelaere), Christian Science (Régis Dericquebourg), il movimento di Rajneesh (Judith Coney), i raeliani (Susan Palmer), gli Hare Krishna (Eugenio Fizzotti) ed altri ancora.

Una miriade di nomi e forme caratterizza questa nuova fenomenologia di fine millennio. Non è però una novità assoluta. Anche in altre epoche storiche si sono registrate emergenze simili di gruppi, correnti, filoni, tendenze varie, con scissioni da religioni istituzionalizzate o con effervescenze del tutto autonome. Ma ciò che risulta singolare è la presenza dei NMR in aree tradizionalmente orientate verso la religione cattolica dominante.

Roma è costellata da molte di queste nuove esperienze. Torino è stata oggetto di accorta, meticolosa analisi da parte di Luigi Berzano nel suo volume Forme del pluralismo religioso (Il Segnalibro Editore, Torino, 1997, pp. 298), che individua cinquanta gruppi di origine giudaico-cristiana (fra cui si annoverano avventisti, pentecostali, valdesi, ortodossi, ebrei, testimoni di Geova ma anche la Chiesa Apostolica, la Chiesa Filadelfia, la Christian Science, i Templari e così via), quaranta formazioni di origine orientale (dall’Ananda Marga alla Sukyo Mahikari, senza trascurare islamici e Bahà’Ì, Zen e Yoga, Sai Baba e Hare Krishna), ventuno raggruppamenti innovativi occidentali (ivi compresi Scientology, Chiesa dell’Unificazione, Rosacrociani), undici gruppi della New Age (tra di essi sono elencati quelli che praticano medicine tradizionali o che si ispirano alla Fonte Acquariana oppure che pensano al Mondo delle Idee od infine che praticano la naturopatia applicata).

In questo insieme apparentemente disordinato ma abbastanza rigido nelle appartenenze interne, non è condivisibile – a nostro avviso – l’idea di un impoverimento dei culti, perché essa appare dettata in prevalenza da una visione etnocentrica, eurocentrica e cattolicocentrica. Né si può parlare di “degrado delle concezioni religiose, che da una visione generale ed impegnativa della vita divengono – o possono divenire in molti casi – facili e superficiali credenze adatte a singole e specifiche situazioni ambientali e personali”. Il successo dei NMR non è certo casuale e provvisorio.

In Italia fino a non molti anni fa non si era, invero, abituati alla presenza di movimenti e gruppi religiosi che non fossero quelli dell’area cristiana ed occidentale. Vari tentativi di proselitismo a largo raggio avevano caratterizzato e caratterizzano tuttora i testimoni di Geova e, in misura minore, i mormoni. La novità è ora costituita da proposte, formule ed esperienze che sono talmente diverse da sfuggire quasi del tutto anche ad esperti del settore religioso, se non vengono condotte indagini ad hoc volte ad accertare le modalità e la consistenza dei NMR.

Al momento non sono numerose le ricerche italiane sui NMR. Oltre quanto già citato sopra, sono da ricordare fra i primi – in ordine cronologico – gli studi di Maria I. Macioti su Teoria e tecnica della pace interiore. Saggio sulla Meditazione Trascendentale (Liguori, Napoli, 1980), la curatela – da parte della medesima autrice – del volume su I nuovi culti. Movimenti religiosi e legittimazione (Ianua, Roma, 1987), il saggio di Aldo Natale Terrin su Nuove religioni. Alla ricerca della terra promessa (Morcelliana, Brescia, 1985).

Suggestioni per approfondimenti in questi medesimi ambiti sono venute anche da studiosi stranieri, opportunamente e tempestivamente tradotti in Italia. Ci si può riferire in particolare a due autorità a livello internazionale in merito ai NMR: a James A. Beckford, curatore di Nuove forme del sacro. Movimenti religiosi e mutamento sociale (il Mulino, Bologna, 1990) ed a Eileen Barker, autrice de I nuovi movimenti religiosi. Un’introduzione pratica (Mondadori, Milano, 1992).

Pur in presenza, almeno in qualche caso, di una miriade di informazioni e di dati empirici, non è però scontato il quadro dei criteri che presiedono alla qualificazione di un movimento come religione. Emblematico è il caso di Scientology, la quale di recente è stata riconosciuta in Italia come religione che “si prefigge scopi idealistici e di natura spirituale”, così come recita ufficialmente un decreto del nostro Ministero delle Finanze.

Un riconoscimento giuridico di Scientology è in atto negli Stati Uniti ormai da tempo. Ma in Francia, Germania e Grecia il movimento dei dianetici (come vengono definiti gli scientologi) non ha ottenuto la medesima legittimazione, anzi si sono registrati atti in senso del tutto contrario.

Del resto anche in Italia la questione è stata controversa: dapprima la Corte d’Appello di Milano aveva condannato due volte alcuni membri di Scientology, poi la Cassazione aveva annullato le sentenze richiamandosi anche all’assenza di una precisa definizione giuridica di che cosa sia una confessione religiosa. La Corte Costituzionale dal canto suo è intervenuta riconoscendo la necessità di stabilire dei criteri per l’ammissibilità dello status di religione: l’esistenza di uno statuto, la communis opinio sul movimento in questione, la presenza di altre eventuali legittimazioni precedenti. Ma non è stato escluso che vi possano essere altri requisiti.

La questione non concerne solo gli aspetti relativi meramente all’ordine pubblico ed alla liceità delle azioni volte alla raccolta di aderenti ma essenzialmente la possibilità di godere della condizione di religione a tutti gli effetti e dunque di poter accedere alle agevolazioni di legge per quanto riguarda la tenuta di libri contabili vidimati e per godere della normativa sugli enti non commerciali. Quest’ultima è stata introdotta dal decreto legislativo n. 460/1997, che modifica l’articolo 111 del T. U. I. R. n. 917/1986. Si tratta di escludere il carattere commerciale delle attività rese da associazioni (fra cui quelle religiose) segnatamente nell’ambito degli scopi istituzionali e nei riguardi di membri, iscritti e partecipanti, anche dietro pagamento di corrispettivi.

Insomma ed in concreto le associazioni riconosciute come religiose o collegate specificamente ad una religione possono, per esempio, cedere a terzi le pubblicazioni date in prevalenza ai loro associati ed organizzare viaggi e soggiorni, senza che tali attività siano considerate di tipo commerciale. Inoltre “le somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non concorrono a formare il reddito complessivo”. In definitiva il riconoscimento di associazione a carattere religioso comporta notevoli vantaggi economici, evita pesanti multe per l’evasione dei tributi e previene ingiunzioni di pagamento che possano provenire da parte del Ministero delle Finanze.

Per esempio, di recente le due chiese di Scientology attive a Padova ed a Verona hanno avuto ragione nella loro vertenza con lo Stato italiano ed hanno ottenuto l’annullamento delle decisioni che imponevano loro il pagamento di sanzioni per centinaia di milioni.

D’altro canto, indubbiamente le associazioni riconosciute nell’ambito delle confessioni religiose con cui lo Stato ha stipulato patti, concordati od intese sono già agevolate ai fini degli ulteriori riconoscimenti come enti non commerciali.

La strada dei NMR è invece più irta di difficoltà, ma il caso di Scientology, come si è visto, sembra ormai avviato verso una soluzione pattizia a livello statale e tale che ne riconosca i diritti.

Risolta la questione degli scientologi, altre situazioni però stanno sorgendo e creando ulteriori dilemmi in merito alla loro plausibilità sul piano religioso. Non tutti i nuovi movimenti in atto sono credibili: questa è l’ipotesi sociologica di partenza. C’è dunque bisogno di adeguate, approfondite e rigorose ricerche che contribuiscano ad analizzare – in modo avalutativo – status e ruolo dei NMR.