Roberto Cipriani
Ateismo, un modo di pensare che esclude l’esistenza di un dio.
L’ateismo è il contrario di teismo, cioè del credere che esiste un dio. L’ateismo nega che ci sia un essere che non è umano ma soprannaturale. Il fatto che dio è considerato al di sopra della natura umana significa anche che non è visibile, per cui la sua esistenza è messa in dubbio. Coloro che non credono che vi sia un dio sono detti atei.
Gli atei veri e propri sono ben più di duecento milioni di persone nel mondo. Ma vi sono anche altre forme di non credenza in dio. Per esempio gli agnostici sono quelle persone che non si pongono nemmeno il problema se dio esiste o non. Essi pensano che la divinità non può essere conosciuta dagli esseri umani: essa è assolutamente inconoscibile; pertanto non vale la pena di affannarsi nella ricerca di un dio, chiedendosi se esiste o meno, nel tentare di capire che cosa egli sia. Un’altra forma è quella della non credenza, che è diversa dall’ateismo perché è una scelta di vita che non parte da una riflessione specifica sull’esistenza di dio ma si basa sul vivere giorno per giorno senza porsi la domanda relativa all’esistenza di dio. L’ateismo invece ha maggiormente il carattere di una presa di posizione rispetto al problema dio, che viene risolto negandone qualunque forma, sia invisibile in assoluto che visibile attraverso le opere della sua attività, in particolare quella della creazione del mondo. C’è poi un’altra maniera di negare la presenza divina: è il secolarismo, che considera tutto come secolare, cioè non religioso e dunque non legato ad alcuna presenza od azione di un dio. Agnosticismo, non credenza e secolarismo sono le forme più diffuse di un modo di pensare che sostiene la non esistenza di un dio (e neppure di più dei). Oggi si può calcolare che agnostici, non credenti e secolaristi siano quasi un miliardo di persone. I più numerosi sono però i non credenti, che affrontano la vita senza una specifica idea in merito al fatto che un dio possa esistere o meno.
Da molti anni si parla di una secolarizzazione, cioè di una preferenza delle società contemporanee a favore di modi di vita non basati su una credenza religiosa e sempre più lontani dai riti religiosi e dagli insegnamenti delle chiese cristiane e delle religioni a carattere universale come l’islam, l’induismo, il buddismo, il confucianesimo, il taoismo, lo scintoismo ed altre ancora. Tutte queste forme religiose hanno da affrontare quello che per loro è un problema, proprio l’ateismo che contrasta la loro azione ed il loro pensiero. Va detto che il continente in cui è maggiormente diffuso l’ateismo è senza dubbio l’Asia, in particolare tra la popolazione cinese, che con oltre due miliardi di persone rappresenta il territorio dove è più presente il fenomeno del non credere nell’esistenza di un dio.
Gli individui che credono in dio sono portati a giudicare negativamente coloro che sono atei, ma in realtà l’ateismo può anche essere una maniera di condurre una ricerca personale sulla presenza e sul ruolo di una eventuale divinità creatrice dell’universo e punto di riferimento per spiegare quanto avviene nel mondo nel corso del tempo, dal passato al presente ed al futuro.
L’origine dell’ateismo di una persona può essere attribuita all’indifferenza religiosa dei propri genitori, che nella educazione da loro impartita non hanno ritenuto opportuno includere contenuti a carattere religioso, oppure al fatto che si voglia reagire da parte dei figli contro l’eccesso di comportamenti religiosi dei loro genitori. Molte altre possono essere le ragioni che portano a scegliere la non religiosità come condotta di vita. Fra le altre motivazioni ci può essere anche essere quella ricordata dallo scrittore napoletano Gerardo Marotta: “L’ateismo di mio padre, basandosi quasi esclusivamente sulle manchevolezze dei preti, era superficiale e candido”. In altre parole l’ateismo può anche essere una scelta che non deriva da uno specifico approfondimento della questione relativa all’esserci o meno di un dio.